La nostra poetica
Che cosa ci muove?
Rieducare i bambini alla propria infanzia. In un mondo sempre più performativo e produttivo, i bambini sono stati privati del potenziale e della bellezza della propria infanzia. Hanno quindi urgente bisogno di riscoprire il piacere di crescere lentamente.
Il teatro e la fiaba restituiscono loro ciò che sempre più stanno perdendo: desiderio, empatia ed immaginazione.
Hanno bisogno di essere condotti alla soglia di mondi fantastici, dove poter esperire tutte le emozioni, negative e positive. E soprattutto hanno bisogno di riprendere contatto con il proprio corpo e la propria sensorialità: potrebbero ad esempio accorgersi di non “avere un corpo” da utilizzare ma di “essere un corpo” che semplicemente, senza corse né confronti, vive e cambia.
La fiaba
Strumento importante nella conduzione dei nostri laboratori è la fiaba.
Perché?
Ogni fiaba è annunciata dalla perdita. Una perdita che all’inizio appare minuscola, di solito. Una scarpetta, una briciola di pane, un fiammifero.
Comincia così, con uno spiraglio di spavento che diventa via, via sempre più grande: non saper ritrovare la strada di casa, non riuscire a capire di chi fidarsi e infine assistere alla propria trasformazione. Ci si trova all’improvviso precipitati nell’ignoto che costringe ad ascoltare e ad ascoltarsi.
Ecco allora che la fiaba prepara il bambino ad essere recettivo e quindi ad affrontare ciò che accade fuori e dentro di sé.
La nostra esperienza
Grazie all’esercizio teatrale abbiamo visto che il bambino, se allenato all’ascolto di sé e del mondo, sa essere autonomo e gli si può dare in mano un intero spettacolo senza suggerimenti. Sa stare nelle varie atmosfere che la storia offre, giocando all’interno di esse e gustandone ogni volta la messa in scena come fosse la prima.
E’ lui stesso l’artefice di questo sorprendersi: nessun mezzo o dispositivo esterno destinato a renderlo passivo e iperstimolato.
Impara ad essere attento quanto basta per aspettare, ascoltare, non vedere, ma immaginare.